Astronave Space Shuttle

IL MODELLO, NELLA PARTE SOTTOSTANTE PORTA GLI AUTOGRAFI DEGLI ASTRONAUTI DELLA MISSIONE STS 51F E NEL 2002 E’ STATO AUTOGRAFATO DALL’ITALIANO UMBERTO GUIDONI.

Raggiungere lo spazio esterno più facilmente e, soprattutto, a costi relativamente bassi utilizzando un’astronave che potesse essere riutilizzata nei voli successivi era ideata solamente nei film di fantascienza.
Nel 1969 un gruppo di studio voluto dal presidente americano Nixon pianificò le attività che dovevano seguire il programma spaziale Apollo, fu questo il punto chiave che guidò la realizzazione della “ navetta spaziale “.

Il 5 gennaio 1972 Nixon diede il via ufficiale per la realizzazione del progetto presentato dalla Rockwell International che prevedeva la costruzione di un aereo leggero interamente rivestito da speciali mattonelle composte da ceramica e silicio (bianche) e da fibra di carbonio rinforzata (nere) tali da resistere alla temperature di rientro nell’atmosfera di circa 1.540°C, alla velocità di 28.000 km/sec.
 

La navetta (Orbiter) doveva partire agganciata ad un serbatoio centrale affiancato da due razzi booster per dare la spinta principale al sistema.

Il primo Space Shuttle, denominato Columbia, è stato lanciato con successo il 12 aprile 1981, con gli astronauti com. John Young e Robert Crippen, ed è atterrato il 14 aprile come un normale aliante nella base di Edwards (California).
 

Lo Space Shuttle ha raggiunto obbiettivi impensabili solo pochi anni prima, può infatti: partire come un missile, portare in orbita sei astronauti, strumenti scientifici, e può posizionare nello spazio i satelliti che porta a bordo aprendo la sua stiva, per poi ritornare atterrando su una pista senza l’utilizzo dei motori, come un aliante.

I voli orbitali possono avere una durata massima di 30 giorni ad altitudini variabili da 180 a 1.100 km.
 

Lo Shuttle è l’astronave che ha contribuito alla costruzione della Stazione Spaziale Internazionale, che attualmente orbita attorno al nostro pianeta, e che aprirà le frontiere dello spazio.

Ormai non piu’ utilizzato, fa mostra di se’ nei musei spaziali americani.


 

MODELLO DELLO SPACE SHUTTLE CHALLENGER

MODELLO ASSEMBLATO DA KIT DI MONTAGGIO, MODIFICATO CON AUTOCOSTRUZIONE DEGLI ELEMENTI INTERNI DELLA STIVA “CARGO BAY “
(a cura di Gianni Chelleri)

 

Il modello dello Space Shuttle Challenger costruito, rappresenta la navetta spaziale utilizzata per la missione STS 51 F, lanciata il 29 luglio 1985, in scala 1 : 144

Il modello e’ stato realizzato nell’anno 1986.
 

Il kit acquistato presentava varie imperfezioni per cui ho dovuto rifinire e modificare alcuni particolari della navetta tra cui le finestre (completamente rifatte e altre aggiunte tra cui quelle superiori alla cabina di pilotaggio e interne al cargo bay per la visione nella stiva di carico).
Tutto lo Shuttle e’ stato, con costanza e pazienza ,segnato con un teglierino in modo da far vedere il rivestimento esterno di piastrelle in ceramica.

 

Documentandomi anche attraverso le foto e immagini ricevute dalla Nasa – Jet Propulsion Laboratory – ho potuto ricostruire l’interno del cargo bay rappresentando la missione STS 51 F che portava a bordo lo Spacelab 2 ( laboratorio spaziale per studi sulla microgravita’, sul Sole e le stelle).

Non e’ stato facile costruire le varie parti dei componenti delle strumentazioni poste sui supporti della stiva chiamati pallet. La configurazione prevedeva lo Spacelab di forma cilindrica con un sistema di condotti cilindrici per il collegamento tra lo stesso e la cabina di comando dello Shuttle in modo da permettere il passaggio degli astronauti senza bisogno di stanze di decompressione.
 

Lo Spacelab e’ stato rivestito con un foglio di alluminio dipinto di bianco e forato nelle sue parti per renderlo simile alla copertura reale impermeabile alle condizioni estreme dello spazio. Similmente, anche i condotti per lo spostamento degli astronauti e tutto il rivestimento interno della stiva di carico sono stati rivestiti dal medesimo materiale. L’oblo’ dello Spacelab e’ stato costruito con tre strati di plastica di cui uno di foglio di carta traslucida per dare il senso del vetro molto spesso coperto all’interno da un coperchio metallico di difesa del calore e della forte luce solare.
 

Particolare importanza e’ stata data, in fase di costruzione alle maniglie di appoggio che si trovano nella stiva, costruite con filo di rame piegato e colorate in giallo, che servivano agli astronauti per spostarsi appoggiandosi a questi piccoli corrimano.

Uno dei pallet, vicino allo Spacelab,raffigura il primo sistema di puntamento stellare formato da uno strumento simile ad un telescopio ( IPS ) costruito dall’ ESA. Lo strumento testato in orbita e’ stato progettato con una precisione di un secondo d’arco.