Astronave Gemini


Dalla capsula Mercury è derivata la prima astronave che poteva contenere due astronauti a bordo, la Gemini.

La forma a campana è rimasta la stessa ma con quattro importanti differenze: le dimensioni, il peso, l’organizzazione interna e le parti “a perdere”.
 

La Gemini era divisa in modulo di rientro (la capsula vera e propria) e il modulo di servizio, a perdere(in bianco) con l’adattatore per il raccordo con il missile Titan.

Nel modulo di servizio trovavano posto i serbatoi, i motori frenanti di rientro e di manovra in orbita e gli strumenti del controllo d’assetto.
La sezione di servizio era protetta, posteriormente, contro le radiazioni da una copertura in tessuto vetroso, dorata, per aumentare il potere riflettente.

E’ stata la prima astronave a portare a bordo un computer tra le strumentazioni di bordo.
 

Il primo volo con due astronauti a bordo è stato effettuato il 23 marzo 1965 con i piloti Virgil Ivan Grissom e John W. Young; la missione Gemini GT 3, denominata “Molly Brown” ha avuto una durata di 4 ore e 53 minuti ad un’altitudine massima di 228 km .
Astronave Gemini

Le capsule Gemini hanno effettuato: 10 voli singoli, 2 agganci in orbita con bersaglio mobile (l’ultimo stadio del missile Agena modificato per permettere l’aggancio in orbita) due voli in accoppiamento randez-vous con un’altra Gemini. In una delle missioni Edward White è stato il primo astronauta americano a uscire nello spazio per una “passeggiata” spaziale collegato con l’astronave attraverso un cavo e i tubi di ossigeno.

Gli agganci in orbita tra astronavi erano il primo passo da dover realizzare per le future missioni spaziali aventi come programma la conquista della Luna e le Gemini li raggiunsero con successo.

Costo del programma: un miliardo 283 milioni 400 mila dollari

Astronave Gemini

 

MODELLO DELLA CAPSULA SPAZIALE GEMINI

MODELLO ELABORATO DA KIT DI MONTAGGIO (a cura di Gianni Chelleri, vice presidente del CCAT)

 

Questo modello rappresenta l’astronave, o capsula spaziale, Gemini in scala 1 :48.

Il modello e’ stato realizzato nell’ anno 1969. Il kit di montaggio e’ stato acquistato in america da un mio carissimo amico ,durante un viaggio di lavoro, assieme a quello della capsula spaziale Mercury.
 

Il Kit della Revell era abbastanza realistico ma non aveva molti particolari di costruzione per cui ho dovuto provvedere, attraverso le foto dell’unica rivista che trattava argomenti di astronautica in inglese “ space flight”, a costruire piccole parti esterne, a modificare l’abitacolo interno della capsula e aggiungere molti particolari posti esternamente soprattutto nella parte anteriore della navicella dove si possono notare molti particolari.

Non e’ stato facile trovare le corrette sfumature dei colori della capsula visto che ogni foto, a seconda dell’illuminazione particolare non solo sulla base di lancio a terra ma anche nello spazio dava una tonalita’ leggermente diversa al colore.

La sezione posteriore e’ stata configurata con la copertura in foglio dorato.

La capsula e’ stata poi fissata sul supporto fornito dal kit di montaggio.

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